giovedì 20 maggio 2010

Partorire in casa: vorrei, ma posso?

Anche se in Italia solo lo 0,1% dei parti avvengono a domicilio , sempre più donne vorrebbero fare questa scelta. Ma quali sono le controindicazioni?

Le controindicazioni assolute sono:
- patologia materna che controindica il travaglio e il parto;
- patologia materna che richiede una sorveglianza intensiva del travaglio di parto;
- patologia materna importante e/o che necessita di trattamento;
- patologia fetale nota;
- gravidanza gemellare;
- grande multiparità (> 6 parti pregressi);
- emoglobina <9,5 g/100ml a termine di gravidanza;
- anamnesi positiva per problemi di secondamento.


Le controindicazioni relative (possono consentire il travaglio ed il parto a domicilio dopo una accurata valutazione):


- statura materna < 150 cm.;
- obesità materna;
- anamnesi positiva per pregressa morte fetale/neonatale;
- pregresso cesareo con successivo parto spontaneo eutocico;
- sospetto clinico di oligo/poliamnios;
- tampone vaginale positivo per streptococco betaemolitico a termine gravidanza;
- parte presentata extrapelvica nella nullipara alla 38.a settimana e all’inizio del travaglio.

Ecco le condizioni che permettono l’assistenza domiciliare all’insorgere del travaglio:
- epoca gestazionale compresa tra le 38 e le 42 settimane di gravidanza; è possibile assistere anche a 37 settimane compiute e accertate, dopo un’attenta valutazione clinica;
- feto singolo, presentazione cefalica;
- peso fetale previsto ≥ 2500 g e ≤ 4000 g;
- PROM < 24 ore in presenza di liquido limpido e non alterazioni del BCF.

Importante: l’ospedale prescelto deve essere raggiungibile in un tempo massimo di 30-40 minuti. Inoltre, è meglio prendere accordi con l’Ospedale di riferimento e con il servizio 118, per l’organizzazione dell’eventuale trasferimento.

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